6/10/2024 21:33
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dell' Observatorio Internacional de la Crisis
ATI' EDITORE
isbn: 978-88-89456-27-9
Presentazione all’edizione italiana
È[1]. Sono le finalità profetiche e millenaristiche che riguardano quelle ancestrali aspirazioni dell’umanità intera e che oggi, più che mai, sentiamo tradite senza neppure il coraggio di parlarne, rassegnati all’ennesima delusione, un tradimento che si consuma pure contro le difficili, dure, a volte sanguinose conquiste del mondo del lavoro, come la storia centenaria del sindacato testimonia. Poniamoci una semplice domanda: ma la crisi viene dai poveri, dai lavoratori, dai precari, dagli esclusi, dagli emarginati? Nulla hanno a che fare con essa i signori di New York, le grandi banche, le multinazionali, gli alti profitti? Proprio loro che da decenni vanno moltiplicando queste crisi, sono i più adatti a risolverla? E la soluzione che “loro” pongono potrebbe distruggere ogni legittima aspirazione e speranza, perché la globalizzazione della povertà e della miseria, la distruzione della natura, dell’ambiente e delle sue risorse sono arrivate al capolinea. La globalizzazione, voluta dal capitale neoliberale per i suoi profitti di mercato, ha generato una nuova epoca – l’epoca globale, appunto –, che coinvolge l’umanità intera e costringe a guardare a soluzioni in una visione universale, se si vogliono soluzioni vere. È possibile, anzi doveroso, di fronte ad una crisi così profonda trovare risposte particolari e immediate, ma sempre in un orizzonte globale, perché lo sforzo sia totale e ovunque, altrimenti sarà un vano palliativo. Occorre qualcuno che, con conoscenza e sapienza, abbia capacità e coraggio di leggere la realtà così com’è.
E le analisi dell’Observatorio Internacional de la Crisis saranno pure una verità parziale, ma certo una verità che dà molto fastidio a chi spera, nonostante le colpe, di uscire non solo indenne da questo dramma ma, come sempre, di coglierne altri benefici. Queste pagine dicono una verità che va presa seriamente perché viene da quel mondo che da decenni, da secoli, paga più duramente le ingiustizie del sistema. Noi parliamo di recuperare qualcosa di buono da un mondo vecchio, loro parlano di un mondo totalmente nuovo… illusione, forse, ma tanta speranza e saggia utopia. E in questo studio alcuni intellettuali economisti latinoamericani, formatisi sui testi accademici e nella piena condivisione concreta con la loro gente, hanno la forza di ricercare senza veli la verità. L’esperienza della loro cultura e la semplicità del linguaggio – sottolineiamo di nuovo – sono unite ad un coraggio di denuncia profetica e storica che noi, prigionieri di un sistema che credevamo infallibile, non sappiamo più fare: abbiamo perso la lucidità mentale e il vigore della razionalità per indignarci ancora. La loro speranza e utopia nascono e si rafforzano nella loro difficile storia e nella certezza che un giorno questo necessario nuovo mondo di giustizia ed equità sarà possibile per tutti.
Renato Piccini
[1] Gli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio sono mete da raggiungere entro il 2015 concordate da tutti i paesi e da tutte le più importanti istituzioni per lo sviluppo del mondo. Eliminare la povertà estrema e la fame (dimezzare entro il 2015 la percentuale di persone che vivono con 1 $ al giorno - dimezzare la percentuale di persone che soffrono la fame). Raggiungere l'istruzione elementare universale di tutti i bambini e bambine. Promuovere l'uguaglianza fra i sessi e conferire potere e responsabilità alle donne. Diminuire la mortalità infantile (ridurla di 2/3 fra le bambine/i al di sotto dei 5 anni d’età). Migliorare la salute materna (diminuire di ¾ il tasso di mortalità materna). Combattere l'HIV/AIDS, la malaria e altre malattie. Assicurare la sostenibilità ambientale. Sviluppare una collaborazione globale per lo sviluppo.