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6/10/2024 21:34
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La biblioteca della Fondazione Guido Piccini

Oggi la cultura ha trovato nuovi, modernissimi e velocissimi mezzi di trasmissione.
Basta schiacciare un tasto e, nel tempo poco più di un respiro, una ricerca, una consultazione, pur nascosta, lontana nel tempo, in ogni scibile, appare su uno schermo, riunisce e si confronta con una ricchezza di analisi e sintesi, un tempo impensabile.
Sembra quasi un gioco da ragazzi, anche se non lo è perché sappiamo bene che la cultura esige sempre l’incomparabile ricchezza umana dell’intelligenza.
Tuttavia il libro resta una fonte essenziale di cultura.

E ben osserva Alfredo Serrai:
«Ciò che i cervelli elettronici, le basi di dati, gli archivi magnetici interrogati in linea, non sono in grado di fornire è proprio la possibilità di vagabondare fra i libri che non si conoscono e di riceverne quello che, di volta in volta, potrà essere vantaggioso, benefico o prezioso, per lo sviluppo culturale, per l’arricchimento emotivo e per la maturazione psicologica. Le biblioteche, grandi e libere, accoglienti, generose e rispettose, rimangono le uniche circostanze ed i soli appigli offerti alla autoeducazione, delle coscienze, delle intelligenze e della moralità, che è il modo insurrogabile secondo il quale si formano gli uomini: quando si vuole che essi siano contributori di originalità e di comprensione, e non mere stratificazioni di influenze e di condizionamenti che nulla hanno di personale e di creativo. Il pericolo più insidioso di una disumanizzazione è oggi, infatti, nell’uso sfrenato e interessato dei mezzi di comunicazione di massa, che riducono l’uomo allo stato di recipiente di conoscenze confezionate e prestabilite. L’antidoto a questo massiccio e capillare appiattimento intellettuale risiede solamente nelle diffusione di vaste, ricche, comode, ospitali e contagiose Biblioteche, nelle quali la scoperta di sé, del prossimo, della società e della umanità possa avvenire dentro gli infiniti labirinti delle esperienze che hanno preceduto le nostre, nelle immense necropoli del pensiero, delle emozioni e dei valori, che sono in attesa di essere esplorate per vivificarci».

Quando poi si unisce il libro, la rivista, alla rapida possibilità di consultazione con i mezzi di oggi, il servizio culturale acquista una ricchezza unica.
Ecco cosa offrono, soprattutto a studenti, giovani laureandi ed a coloro che hanno passione ad una conoscenza universale, le due biblioteche - una di cultura generale, una specifica sulla America Latina - e l’emeroteca della Fondazione.
Sono fonti che hanno radici lontane, frutto dello studio e della curiosità culturale di un gruppo di persone.

La biblioteca e la parte dell’emeroteca che riguarda in particolare riviste latinoamericane, sono pure il risultato di una presenza operativa di alcune persone che laggiù hanno vissuto e vivono a contatto con quella cultura che veramente si può definire una intercultura ed una multicultura.
Il perenne contato con università, centri culturali e studiosi, dal Messico all’Argentina, garantiscono un continuo aggiornamento.