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TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE: una riflessione profetica di Renato Piccini

Introduzione

La complessità o semplicità del messaggio cristiano sta nella capacità di cogliere l’armonia delle sue mille voci e mille esperienze affinché si realizzi il detto “lo Spirito soffia dove vuole”.
Non è possibile cogliere e vivere questa ricca diversità senza porsi in ascolto di ogni voce; solo lì, nel suo insieme, si costruisce la verità, la Parola di Cristo si fa storia.

«La verità sa di vivere da straniera sulla terra, di trovare facilmente dei nemici fra gli estranei, […] ma una sola cosa essa desidera: di non venir condannata senza essere conosciuta. Che cosa hanno in questo caso da perdere le vostre leggi, che sono sovrane nel loro regno, se la verità è ascoltata?».

In questo spirito e nel pluralismo della verità di Tertulliano, la Teologia della Liberazione si impone (negli anni ‘70 e ‘80) all’attenzione soprattutto di teologi occidentali e, in parte, di quei cattolici che avevano riposto molte speranze nel Concilio Vaticano II e constatavano con amarezza le difficoltà di tradurle in reali cambiamenti. Proprio allora scrivevamo alcune note sulla Teologia della Liberazione, note a cui ricorriamo ora nel breve excursus storico di questa documentazione.
La Teologia della Liberazione realizza il suo nucleo storico culturale e sociale negli anni ‘60-‘90 con due eventi fondamentali: Concilio Vaticano II e Medellín. Fondamentali sono pure alcune pubblicazioni, prime tra tutte quelle di Gustavo Gutiérrez, ed i numerosi testi di tanti teologi, frutto della riflessione e presenza nel vissuto quotidiano del popolo dei vari paesi latinoamericani.
I teologi della liberazione hanno sempre coltivato il proposito di dare una sistemazione al loro lavoro. Nel 1985 fu steso un progetto per elaborare una riflessione completa sulla Teologia della Liberazione, una specie di summa theologica che raccogliesse il lavoro dei migliori autori per affrontare i temi fondamentali del messaggio cristiano e della dottrina cattolica. Si trattava di uno sforzo e di una realizzazione senza precedenti che prevedeva 52 titoli. Più di 150 vescovi approvarono il progetto. Uscirono ben presto i primi libri; tuttavia le pressioni ed i conflitti suscitati da questo lavoro resero impossibile la realizzazione dell’intero progetto. Nonostante ciò, quasi tutti i libri vennero pubblicati conservando, in buona parte, l’unità e la validità teologica del progetto originario. La Teologia della Liberazione dimostrò, così, il suo progressivo consolidamento e la capacità di progredire con sicurezza e libertà nel cammino iniziato. Verrà, poi, preparata una piccola Summa, diretta da Ignacio Ellacuría e Jon Sobrino: Mysterium Liberationis. I concetti fondamentali della teologia della liberazione, pubblicata in Spagna dalla Editorial Trotta (1990) e in Italia da Borla-Cittadella (1992). Essendo una teologia che nasce dall’ortoprassi è – e deve essere – in continua evoluzione come lo è la società civile, economica, politica e culturale, per cui si potrebbe definire una teologia in cammino, sempre attenta ai segni dei tempi.
Le idee essenziali, intorno alle quali si articola la Teologia della Liberazione, sono: l’esperienza di fede dei poveri con la riappropriazione e la lettura popolare della Bibbia, i valori fondamentali di libertà e giustizia, l’opzione preferenziale per i poveri, la cui fonte è l’annuncio evangelico di un Regno dove gli ultimi sono i privilegiati, annuncio testimoniato non solo dalla Parola di Dio ma dal sangue di Gesù liberatore.
Al ritorno da un viaggio in America Centrale, P. Bartolomeo Sorge, allora direttore di Civiltà Cattolica, dichiarò:

«Noi europei siamo portati ad affrontare i problemi partendo soprattutto dalla loro impostazione teorica, perciò facciamo fatica a comprendere le scelte di una Chiesa come quella latinoamericana, che vive completamente immersa nella storia del suo popolo. La scelta preferenziale per i poveri, in America Latina, è vissuta prima che teorizzata. Ciò la pone costantemente in “stato di martirio”. Solo tenendo presente questa realtà si può comprendere ciò che in essa avviene e ciò che essa fa nella diffici le situazione in cui si trova. Si capisce perché fioriscono soprattutto in America Latina i martiri nuovi del nostro tempo: da monsignor Romero a innumerevoli altri sacerdoti, religiosi e laici, assassinati per il Vangelo e per i poveri; perché l’attacco più violento delle sette si sia scatenato, con straordinario impiego di mezzi e di forze, proprio in America Latina, nel tentativo di scalfire la compattezza della Chiesa e dell’impegno di evangelizzazione e di promozione umana, giudicato “sovversivo” da chi ha grossi interessi in quella regione; perché sia nata in America Latina la Teologia della Liberazione ».

Là si va dalla prassi alla concettualità; qui dalla dottrina alla pratica. È nel dramma delle masse cristiane dei poveri, oppressi e, oggi più che mai, esclusi, che la Teologia della Liberazione rivendica la voce profetica del Vangelo come dice Albert Camus:

«Ciò che il mondo attende dai cristiani è che parlino, a chiara ed alta voce, e che esprimano la loro condanna in tal modo che mai il dubbio, mai un solo dubbio, possa levarsi nel cuore dell’uomo più puro. È necessario che essi escano dall’astrazione e che si pongano davanti alla figura sanguinante che ha fatto la storia di oggi».

Il contesto storico-politico di oggi è profondamente mutato, ma non è affatto cambiata la realtà sociale di povertà e di ingiustizia, non solo dei popoli latinoamericani, ma di buona parte dell’umanità. Anzi, agli schiavi della povertà si aggiungono gli esclusi, i nati invano, quelle masse che non contano, e allora, finché vivrà un povero, sarà necessaria una Teologia della Liberazione per rimanere fedeli al Vangelo.
La teologia occidentale ha declassato per un certo periodo la teologia latinoamericana, come teologia di un Dio minore, frutto di un intellettualismo di maniera, appartenente ad una cultura militante e incapace delle grandi riflessioni del pensiero filosofico-teologico occidentale.
Se la cultura, ogni cultura che si rispetti, nasce e vive dell’esperienza umana nella sua complessità, povertà e ricchezza, la Teologia della Liberazione coglie l’ingiustizia e le sue conseguenze a livello globale, non solo nella realtà socio-economica e culturale, ma nell’esperienza della fede delle masse credenti.
Il Vangelo diventa la “novità” più vicina al vissuto delle comunità cristiane dei poveri, ormai senza più confini geografici nel mondo globale.

Il presente lavoro di documentazione è diviso in due parti: la prima, dopo alcune nozioni di teologia generale, è un brevissimo excursus sulla Teologia della Liberazione;
la seconda, è composta da una scelta dei DOSSIER TEOLOGICI pubblicati dalla rivista AMANECER , che, attraverso la voce di numerosi teologi latinoamericani, esprimono la ricchezza culturale del loro pensiero.
Questa documentazione vuole essere un servizio per chi parteciperà al Seminario sulla Teologia della Liberazione, ma pure per chi, senza alcun pregiudizio, vuol aprire l’orizzonte del proprio sapere ed esperienza, con la consapevolezza che l’attuale società globale lancia sfide che esigono risposte globali anche culturali.
La religione, soprattutto le religioni monoteiste, restano – piaccia o no – al centro di un conflitto di civiltà.
Il cristianesimo, poi, con i suoi valori evangelici, rimane un forte messaggio di concreta speranza, oggi in una società sempre più confusa, dove speranza ed utopia sono, spesso, parole senza valore alcuno.

R.P.
Luglio 2008



 


Tertulliano, Apologeticum, 1,2, LATERZA 1972
AA.VV., Contro il tradimento del Concilio. Dove va la Chiesa cattolica?, CLAUDIANA 1987 Renato Piccini, Teologia della Liberazione. Note per una conoscenza…, 1985
Alcuni di questi testi furono pubblicati in Italia dalla Cittadella Editrice di Assisi. P. Bartolomeo Sorge, intervista rilasciata a Mondo Cattolico, la rubrica religiosa del GR 1; citato in Renato Piccini, Teologia della Liberazione… op. cit.
AMANECER, la rivista del Centro Ecumenico Valdivieso di Managua – una delle voci più libere ed autentiche del Centro America -, è stata da noi pubblicata dal 1986 al 1998 con l’obiettivo di far parlare – ed ascoltare – la voce diretta dell’America Latina, senza filtri e senza alcuna interpretazione. Nei primi tempi era la traduzione esatta dell’edizione nicaraguense, poi, su richiesta dei lettori, ha ampliato la sua attenzione a tutto il continente latinoamericano