6/10/2024 21:29
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opportunità di transizione al postacapitalismo
di Wim Dierckxsens
Presentazione all’edizione italiana
Una economia dal volto umano
«Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita… (e ne è) la base reale»[1].
Il nesso stretto tra economia e politica, intesa come esperienza esistenziale di ogni persona e di ogni popolo, era già ben presente – prima che in Marx – in Aristotele, che nella Politica e nell’Etica cerca di definire i principi della società ideale.
Del resto “l’economico” nella percezione moderna designa le condizioni della produzione e distribuzione della sussistenza, della ricchezza e della potenza della società[2].
Ne seguono, così, con un occhio alla situazione, due considerazioni ed un interrogativo:
1. Non esiste un’economia allo stato puro, un sistema economico che risponde solo a leggi di mercato, di profitto… ma il binomio economia-politica è inscindibile, un rapporto a volte proficuo per la società, ma normalmente nefasto nel complesso del sistema attuale o nei singoli protagonisti.
2. Il sistema politico-economico che passa sotto il termine “capitalismo” ha creato una società, divisa da profonde ingiustizie, con pochi ricchi e masse di poveri, la distruzione dell’ambiente e delle risorse naturali, in un susseguirsi di crisi sempre più letali per l’umanità intera.
3. L’interrogativo: un sistema economico-politico causa di questo disastro, percepito oggi in modo particolare perché ci coinvolge direttamente, può essere in grado di indicare alla nostra società una via d’uscita alla crisi attuale?
Il buon senso e, soprattutto, le dimensioni della sconfitta del sistema, le macerie lasciate sul terreno, le oscure prospettive per il futuro non solo sul piano economico-politico ma umano ed ecologico, direbbero di no.
È evidente che si richiede qualcosa di radicalmente diverso, un radicalmente nuovo che va dalle analisi ai meccanismi, alle finalità senza illuderci che con alcune regole si possa modificare un sistema politico-economico intrinsecamente sbagliato.
Per questo occorrono intelligenza e coscienza nuove che traggano dalla lunga storia amara dell’ingiustizia che opprime l’umanità, la forza e la fantasia di un diverso e possibile futuro.
Nel Capitale, Marx, parlando dell’economia scientifica borghese, scrive: «proclamano come verità eterne le banali e compiaciute idee degli agenti di produzione borghesi sul loro proprio mondo come il migliore dei mondi possibile»[3].
Già nel 1867 il buon Marx ci metteva in guardia su questo “miglior mondo possibile”, oltre il quale i nostri economisti non sanno pensare.
Sarà bene allora porci in ascolto di quanti, con la forza creativa propria di chi ha esperimentato di questo “mondo” la parte peggiore, possano dare un po’ di luce al nostro futuro.
Robert Kennedy, nel 1968, condanna un’economia condizionata solo dal mercato e dal profitto e finalizzata esclusivamente alla ricchezza per pochi – persone o popoli che siano –, sostenendo invece la necessità di porre al centro dell’intero meccanismo politico-economico una giusta equità e l’umanità tutta: la sua vita, il suo ambiente, le future generazioni…
«Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'am-massare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il Prodotto Interno Lordo comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il Prodotto Interno Lordo mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende la distruzione delle sequoie, la morte della fauna nel Lago Superiore e la scomparsa delle nostre bellezze naturali nel caos della deregolamentazione urbanistica. Comprende programmi televisivi che esaltano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, e comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica.
Il Prodotto Interno Lordo si accresce con le auto blindate della polizia per sedare le rivolte nelle nostre città, e aumenta quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il Prodotto Interno Lordo comprende tutto questo, ma non calcola molte altre cose. Non tiene conto della salute dei nostri ragazzi, della qualità della loro educazione o dell’allegria dei loro giochi. È indifferente al decoro del luogo di lavoro o alla sicurezza nelle nostre strade. Non include la bellezza delle nostre poesie o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza dei nostri dibattiti politici o l'onestà dei nostri funzionari pubblici.
Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi. Il Prodotto Interno Lordo non misura né il nostro ingegno, né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra conoscenza, né la nostra passione, né la fedeltà alla nostra patria.
Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani»[4].
Renato Piccini
[1] Karl Marx, Per la critica dell’economia politica, 1859
[2] Idem
[3] Karl Marx, Il Capitale, 1867
[4] Discorso tenuto all’Università del Kansans il 18 marzo 1968. Solo tre mesi dopo verrà assassinato in California, pagando con il sangue questa sua presa di coscienza