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LIBERARE I BAMBINI DALLA POVERTÀ EDUCATIVA

Data di pubblicazione: 04/04/2016

Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo?”

 

Il 9 maggio scorso  Save the Children  (l’Organizzazione che dal 1919 si batte, in Italia e nel mondo,  per la vita e i diritti dei bambini) ha rilanciato a Roma la sua campagna “Illuminiamo il futuro”,  insieme di iniziative con cui, in 9 regioni italiane, dà vita ad azioni di contrasto alla povertà dei bambini, attraverso 16 “Punti Luce” in cui prendono vita i progetti volti in modo particolare a contenere la povertà educativa (vedi rapporti del 2014 e  del 2015).

Save the Children ha presentato anche il nuovo rapporto dal titolo significativo “Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo?” Nellapovertà educativa”  Save the Children ha individuato una delle più gravi emergenze del nostro Paese. Infatti oltre 1 milione di bambini vive in povertà assoluta, poco meno di 2 milioni vive in povertà relativa e la deprivazione materiale è strettamente collegata a quella educativa .

Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children  Italia dice  che “I bambini che vivono in condizioni di forte deprivazione economica sono i più esposti alla povertà educativa, che li colpisce spesso già nei primi anni di vita, determinando un ritardo nell’apprendimento e nella crescita personale ed emotiva, che difficilmente potrà essere colmato crescendo Coloro che nascono in condizioni di svantaggio e ai quali vengono negate le opportunità di apprendere rischiano di essere gli esclusi di domani. Un Paese che non garantisce diritti, doveri e opportunità uguali per tutti, soffocando sul nascere le aspirazioni e i talenti dei nostri figli, non è solo un paese ingiusto, ma un paese senza futuro”.

I minori che vivono nelle regioni del SUD sono di gran lunga i più deprivati. Sicilia e Campania detengono maglia nera per la “povertà educativa” seguite da Calabria e Puglia; le più ricche di offerte formative sono Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia.

La particolare novità del rapporto di quest’anno è “l’indice di povertà educativa IPE “che mostra chiaramente come l’offerta educativa in Italia sia frammentata e a macchia di leopardo anche all’interno di uno stesso territorio, ma alcuni dati sono macroscopici e saltano agli occhi: rispetto ad una media nazionale del 13% di bambini che usufruisce di servizi educativi (0 – 2 anni) in Emilia Romagna la percentuale è del 27% quella della Calabria è del 2%. Per il Tempo Pieno nelle scuole primarie le maggiori opportunità si registrano in Basilicata mentre le minori ancora in Calabria; per le Mense scolastiche la situazione è generalmente carente (e spesso le disposizioni dei Comuni  inibiscono l’accesso al servizio proprio alle fasce più bisognose ) ma la Sicilia che raggiunge  solo il 20% è il  fanalino di coda a fronte  del Piemonte  che copre fino  al 78%.

 

L’ “Indice di Povertà Educativa” (IPE), è stato realizzato a partire dalla metodologia messa a punto dall’Istat in via sperimentale per il rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile in Italia del 2015, e comprende 10 indicatori corrispondenti ai targets degli Obiettivi. E’ stato messo a punto attraverso due indici, uno che si riferisce alla povertà educativa a livello delle competenze dei singoli, l’altro che si riferisce alla povertà dell’offerta educativa presente sul territorio. La disponibilità (e la qualità) dell’offerta, soprattutto di tipo pubblico è  quindi cruciale per ridurre le disuguaglianze e le limitazioni derivanti dalla scarsità di mezzi economici delle famiglie. Da questo punto di vista l’IPE si pone non solo come valido strumento di lettura dei dati, ma anche come “bussola” per efficaci e mirate scelte operative.

 

Visto l’interesse suscitato dalle iniziative promosse per i bambini  in tutta Italia e la partecipazione di oltre 200 Enti ed Associazioni, Raffaela Milano, direttore del programma Italia-Europa di Save the Children, si mostra ottimista: “c’è un’Italia impegnata ogni giorno, in silenzio, nel garantire ai bambini e ai ragazzi opportunità di crescita anche nei contesti più critici, spesso scontrandosi con difficoltà e ostacoli di ogni genere. Associazioni piccole e grandi, enti e istituzioni culturali, insieme oggi lanciano un messaggio al Paese: sconfiggere la povertà educativa è possibile ed è necessario farlo insieme, affinché nessun bambino e ragazzo sia privato della possibilità di far fiorire i propri talenti e di costruire liberamente il suo futuro”.

 

Mirella Castagnoli

Commissione Cultura

Fondazione Piccini

Brescia 12 Maggio 2016

 

 

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