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20 novembre giornata dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Data di pubblicazione: 18/11/2015
I diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza in Italia


Il 20 Novembre è la giornata dei DIRITTI dell’Infanzia e dell’Adolescenza .
(La data ricorda il giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò nel 1989 la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Sono oltre 190 i Paesi nel mondo che hanno ratificato la Convenzione. In Italia la sua ratifica è avvenuta nel 1991.)

Dopo 24 anni a che punto è il riconoscimento dei Diritti, soprattutto a che punto la reale esigibilità di questi diritti per i bambini e gli adolescenti che vivono in Italia?
Leggiamolo  su  L’ottavo rapporto del Gruppo CRC “I diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza in Italia”
Il rapporto è molto articolato e dettagliato. Si snoda su sette capitoli (per 176 pagine ) con tematiche che spaziano dalla salute, alla tutela, all’educazione, ai diritti civili dei minori per cercare di analizzare in modo completo ed esaustivo la condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia con un approccio propositivo.

L’ottavo rapporto contiene anche un approfondimento specifico su bambini nella fascia di età 0/6, per mantenere alta l’attenzione sulla qualità di vita dei bambini nei primi anni, e sulle conseguenze derivanti dalla negazione dei loro diritti. Infatti, come è ormai provato anche scientificamente, è proprio  nei primi mesi e anni di vita si pongono le basi per lo sviluppo delle capacità cognitive, dell’intelligenza emotiva, delle competenze sociali, della personalità, della relazione se stessi e con il mondo. Purtroppo però accade talvolta che le cure, la nutrizione, l’ambiente fisico non siano adeguati a garantire il corretto sviluppo cognitivo, emotivo e sociale del bambino, anzi siano  veri e propri fattori di rischio che possono portare ad esiti negativi sul suo sviluppo globale. Si legge nel rapporto.”Quanto accade, o viceversa non accade, nei primi anni di vita ha effetti su tutta l’esistenza, tanto che si dice che “i primi anni durano sempre”.
Rimandiamo ovviamente alla lettura del rapporto stesso, ma apriamo un piccolo zoom su questo settore.

 I principali fattori di rischio, individuati nel rapporto sono: malattie congenite e condizioni dovute a un decorso problematico della gravidanza o del parto; alimentazione carente sotto il profilo quantitativo e qualitativo; cure genitoriali inadeguate; violenza domestica; discriminazione ed esclusione sociale; inquinamento ambientale; assenza di opportunità di relazioni affettive e sociali positive e di apprendimento.
l rapporto indica alcune stime approssimative della prevalenza di alcuni fattori di rischio in Italia:
1 su 8 nasce in strutture non adeguatamente attrezzate per offrire cure perinatali di qualità;
1 bambino su 50 soffre di una condizione che comporta una disabilità significativa all’età dell’ingresso nella scuola primaria [congenita o acquisita durante la gravidanza e il parto];
1 su 30 sviluppa difficoltà specifiche di apprendimento;
più di 8 bambini su 10 non possono usufruire di servizi socio-educativi nei primi tre anni di vita e 1 su 10 nell’età compresa fra tre e cinque anni.
1 su 500, non potendo godere di cure parentali, vive in strutture di accoglienza;
1 su 20 è vittima di violenza domestica assistita e 1 su 100 di maltrattamento diretto;
1 su 7 nasce e cresce in una famiglia in condizioni di povertà assoluta;
1 su 20 vive in aree ad alto rischio di inquinamento ambientale, con conseguente aumento dei rischi di mortalità;
4 su 10 non sono allattati al seno per almeno sei mesi, e solo 1 su 14 viene allattato in maniera esclusiva, come raccomandato dall’OMS e dal Ministero della Salute;
Emergono  carenze nei servizi sanitari e socio educativi in molte aree del Paese; mancanza di programmi di informazione e supporto per i genitori; sottovalutazione delle potenzialità e dei bisogni dei bambini nei primi anni di vita.

Il rapporto rivela inoltre che le diseguaglianze presenti in Italia tra i diversi strati sociali, tra le Regioni del Centro-Nord e del Sud, tra cittadini e non, sono in buona parte determinate nei primi anni di vita:
la mortalità infantile nel 2013 è stata in media del 3,3 per mille nati tra i residenti, ma tra gli italiani è del 2,9 e tra gli stranieri del 4,31; tra i nati in Campania è del 4,1 e tra i nati in Sicilia del 4,9;
la povertà assoluta è aumentata tra il 2012 e il 2013 di 1,1 punti percentuali, passando dal 6,8% al 7,9% (soprattutto per effetto dell’aumento nel Sud, passato dal 9,8%al 12,6%).

Il gruppo CRC nell’ottavo Rapporto non si limita soltanto ad analizzare la condizione dell’Infanzia e Adolescenza in Italia, ma in  ciascun capitolo all’analisi segue la proposta. Per la fascia 0/6 in particolare propone al Governo e in particolare al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di dedicare, nell’ambito del prossimo Piano Nazionale Infanzia, una speciale attenzione ai primi anni di vita del bambino, attraverso l’attivazione di azioni volte a:
ridurre la povertà, in particolare delle famiglie con bambini;
incrementare l’accesso ai servizi socio educativi di qualità fin dal primo anno di vita, in particolare     nelle zone più disagiate, e garantire un presa in carico precoce e continuativa dei bambini con disabilità;
porre in atto interventi finalizzati al supporto delle competenze genitoriali, sia promuovendo una concezione dei servizi come reti integrate di supporto alle famiglie, sia con programmi dedicati e a raggiungere tutte le famiglie.


L’ottavo rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia 2014-2015 è scaricabile qui...>


A cura di Mirella Castagnoli
Commissione Cultura
Fondazione G.Piccini

 

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