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Piccolo glossario sulla Povertą

Data di pubblicazione: 03/09/2015

Piccolo glossario sulla Povertà

 

Povertà assoluta

Per “povertà assoluta” si intende uno stato di deprivazione che rende il soggetto incapace di procurarsi un insieme di beni e servizi ritenuti essenziali al soddisfacimento dei bisogni primari.

 

Questa definizione di povertà viene di fatto posta alla base delle politiche assistenziali le quali, almeno teoricamente, dovrebbero garantire alle persone di non scendere al di sotto di un certo livello considerato, appunto, minimo.

La povertà assoluta è quindi eliminabile perché individua una soglia che, con adeguati interventi di ridistribuzione, può essere superata.

 

Povertà relativa

Per “povertà relativa  si intende ciò che potremmo definire anche  Dis-uguaglianza. Occorre tener conto degli standard di vita, dei livelli medi di reddito o dei consumi di un'intera popolazione. In questo modo si può individuare la proporzione di soggetti relativamente svantaggiati rispetto ad altri relativamente avvantaggiati.

 

Nella condizione di povertà relativa essere poveri non significa essere privi di risorse, ma averne in quantità ridotta rispetto agli altri in mezzo ai quali si vive.

 

Povertà educativa

Per “povertà educativa” si intende la mancanza delle competenze necessarie per uno sviluppo adeguato e per farsi strada nella vita. Secondo l’ultimo rapporto di Save the Children  è una mina innescata sul futuro di milioni di bambini e adolescenti italiani. Quasi il 25% dei quindicenni è infatti sotto la soglia minima di competenze in matematica e quasi 1 su 5 in lettura. Notevoli sono infatti le carenze di servizi e opportunità formative scolastiche ed extrascolastiche:  solo il 14% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare al nido o usufruire di servizi integrativi, il 68% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 64% dei minori non accede ad una serie di attività ricreative, sportive, formative e culturali. 

 

Povertà soggettiva

Per  povertà soggettiva”  si intende il grado di  non- soddisfazione dei soggetti nei confronti della salute, della casa, della situazione economica, delle reti di supporto familiare e amicale, del tempo libero e così via. 

Di  povertà soggettiva si parla quando il soggetto subisce  la negazione dei diritti sociali di cittadinanza, vive situazioni di disagio e deprivazione nelle relazioni e nei legami sociali.

 

Oggi il concetto di “povertà” si associa in modo particolare al concetto di esclusione sociale” .

Per “esclusione sociale” si intende una  situazione in cui coincidono svantaggio economico ed isolamento sociale. L’esclusione sociale è  quindi una condizione di deprivazione e di svantaggio generalizzato

I “poveri” e gli “esclusi” sono dunque coloro che non hanno possibilità di vita sociale in termini di occupazione, istruzione e formazione, possibilità di formare una famiglia, di avere tempo libero, vita pubblica,… .

 

Le nuove povertà

Le “nuove povertà” potrebbero essere definite trans-materiali in quanto riguardano

la sfera materiale dei bisogni primari e la “sfera immateriale” dei comportamenti sociali.

Con “nuove povertà” non si fa più riferimento ad una condizione economica oggettivamente misurabile, ma al senso di insicurezza, di instabilità, alla zona grigia sempre più ampia dove povertà è anche fragilità di relazioni, precarietà lavorativa, insicurezza sociale, malattia …

 

Le povertà oggi sono dunque delle povertà composite, in quanto all’interno di questa condizione convivono diversi livelli di bisogni, quali:

·       bisogni primari, relativi alla disponibilità di beni materiali di sopravvivenza;

·       bisogni secondari, la cui soddisfazione implica la responsabilità delle istituzioni (salute, igiene, assistenza, scuola, occupazione, etc.);

·       bisogni di relazionali relativi alla caduta dei legami comunitari ed alla mancanza di rapporti interpersonali significativi sul piano dell’affettività.

 

Mirella. Castagnoli

Fondazione G.Piccini

 

Brescia 16 settembre 2015

 


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